Me ne sto qui in tranquillità a fumare la mia paglia nel cortile dell'università,quando ad ad un certo punto compare un omino bassino un po' stempiato sulla trentina.Si avvicina con la sua camminata da tamarro e mi fa:"we ciao roccia che c'hai na sigaretta?!"
"Una pizza e una birra per me" disse Angelo alla cameriera polacca. Poi girandosi verso di me "Tu cosa prendi?". "Per me una birra!" dissi io. "Sei sicuro di non voler niente da mangiare?" ribattè Angelo. "Non ho fame, ho soltanto tanta sete. Tanta,tanta sete!". La cameriera entrò nel bar. Era una fresca serata d'estate.
Son sempre stato lodato per la fermezza indiscutibile della mia vita, che non recede e si recide, se volete obbligarmi a vivere secondo i mostri modelli, i vostri modi d'essere, beh fottuti nazisti reazionari, mi tengo le mie "psicosi" e domani gran festa, MASTURBAZIONE alla IDIOTERNE sulle meglio troie della tv.
i postumi possono provocare anche del prurito dietro all’orecchio sinistro possono concederti il prozac le mignatte che danzano intorno alle storie Harmony
....e vaffanculo a tutto, .. fanculo alle feste di fine estate che sono sempre li a farti presente che i mesi caldi sono passati senza che te ne accorgessi, fanculo alle ragazze con il tanga scoperto che ti fanno annusare il loro odore e che non ti filano neanche se le paghi, fanculo alle puttane e ai magnacci.. datecele gratis.. mi riferisco ad entrambe le categorie...
Gennaro e Vincenzo erano i più duri della città fichè un giorno non successe il fattaccio. Gennaro ventanni ed il suo socio vincenzo di ventidue si divertivano sin da quando erano dei pischelli ad andare per i bar ed i sobborghi della città ad accender risse
La mia città è: Rotelle. Rotelle fu chiamata così solo dopo un’ episodio troppo importante per non essere scolpito sul tempo che corricchia per la stessa strada. C’era gente per tutti i gusti in quella città, ma i più erano matti, poi singoli individui rappresentavano e coprivano le altre cariche. Questi ultimi stavano scomparendo, o perché stanchi della pazzia che li circondava di continuo, o perché stanchi di non essere pazzi. Così, tutta la varietà che rendeva la città unica, pian pianino scarseggiò. La città, negli ultimi anni, era quasi tutta matta; solo tre esemplari (sani al venti per cento), resistevano: il macellaio Capuzzo, l’aggiustabiciclette Gino, e Guglielmo.
Ecco chi sei. Navighi a ritroso e provi a recuperarla, qualcuno ti chiama “pazzo”. Voglio ammazzarmi, ma qui non c’è più nessuno. Solo qualche bastardo, che mi sbava contro. Mi fermo, non avanzo di un mm, e finisco gli ultimi spasmi . Mi sparo in bocca, con lucidità disarmante, è la mia immagine che ripugno allo specchio. Sì.
Quel Mercoledi era stato veramente duro per quel quartiere. Un quartiere come tanti (forse troppi) alla periferia di Milano. La gente stava tornando a casa, come al solito, dopo il lavoro. Iniziava così a formarsi il "serpentone" di macchine sulla tangenziale che portava fuori città. Alcuni fumavano in macchina, altri imprecavano; Chi per il traffico, chi contro il capo reparto. Chi invece, mentre aspettava l'autobus, pensava al gatto o al cane che aspettava impaziente a casa il rientro del padrone.
Trovare la giusta via non è cosa da tutti i giorni Trovare quello che sia non è più facile che parlare Tu potresti essere abisso e baratro o picco e paradiso Adesso sei li, siamo noi due ancora non interi.