Non scorderò mai il cielo di quella calda sera d'estate. Era di un rosso sfumato tendente al violetto e le nuvole disegnavano su di esso forme apocalittiche, quasi a voler anticipare la venuta del Cristo.
Tutto è più chiaro, limpido, quando ti siedi davanti ad una macchina da scrivere. Ti lasci il mondo alle spalle, lo lasci affogare nella sua merda, sperando che qualcosa lo spazzi via, definitivamente nel vuoto, nel nulla.
Strizzi gli occhi, metti a fuoco, cercando uno sprazio nella nebbia, che ti avvolge, lentamente,rendendoti vulnerabile, fragile. Una voce stridula, urla nelle tue orecchie:
Sentii la pelle vibrarmi addosso,in quell'attimo di gioia,quando vidi il tuo piccolo seno,liberarsi di inutile seta.Continuai a respirare,singhiozzando tra le labbra,un delicato pensiero perverso.Non oso tornare con la mente a quella notte magica,voglio solamente ricordare che sei vera,fra mille petali buttati al vento inutilmente.Lo so,non posso vivere felice per sempre,vivendo di facili ricordi,eppure da allora,tutto scorre più veloce,vcome il tempo che non sa aspettare quelli come me.anime tristemente felici.