LENZUOLA CHE SEMBRANO CATENE SONNO BOIA DELLA MIA COSCIENZA MI SVEGLIO MA L'INCUBO NON FINISCE RIMANGO A PENSARE A UN NUOVO SUPPLIZIO CORRO IN BAGNO, FUMO UNA SIGARETTA TIRO UN PISCIO, MI GUARDO ALLO SPECCHIO UN CADAVERE IN PUTREFAZIONE ANCORA VIVO SENZA PENSIERI, SOLO PARANOIE
Occhi come aghi che bucano la mia immaginazione estasiati dalla convinzione di un tuo respiro profumo visivo tra l'oscurita' quotidiana Brillano come il fuoco in strade bianche risplendono lo spirito mai spento vedere è come toccare libido interiore scavato in un'amplesso sedotto dal nulla, o forse da tutto splendi ancora con i tuoi occhi riscalda la giornata lugubre che non ha mai termine solo tu, con i tuoi occhi
Mi accendo una speranza, la gusto dalla cima fin l'altro estremo, la rigiro tra le dita e penso a quanto mi nuocerà, ma con tal paradiso in testa ugualmente non vorrei mai si spegnesse.
Lo farà, nulla arde per sempre e per non alimentare la mia voglia di sognare soffocherò con forza anche i suoi ultimi e affannosi boccheggi.
Prometterò di non cascarci mai più, ma viziato dal suo cinico fascino saprò mentire anche a me stesso.
Il bello dei rapporti umani è che impari un sacco di cose. Cose che in nessuna scuola potresti mai acquisire. Avviene un vero e proprio smistamento di informazioni tutte legate anche al nostro soggettivismo, oltre che ad ambiti sociali, economici, storici, letterali, artistici, cinematografici, gastronomici, ecc.... Seduti su un divano. In piedi ad un concerto. Appoggiati ad un bancone. Sdraiati nell’erba. Si discute. Ci si anima. Ci si scalda. Ci si apre. Si conversa. Si scherza. Ci si esamina. L’errore che smesso commetto è quello di diventare improvvisamente logorroica. Vomito parole sulla persona che ho accanto. Credo che ciò non sia un buon modo di rapportarsi. Non è sano. Irrita. Mi fa irritare. E mi rende stucchevolmente stupida.
Era il gennaio del 2007 quando il mio amico Massimo si recava a Portici di Napoli per fare un corso di nautica per navi da crociera. Massimo era un tossicodipendente ancora in servizio, contrariamente a me che sono andato in "pensione" circa tre anni fà con 80ml di metadone al dì. Io e Massimo eravamo come due "checche", nel senso che eravamo sempre insieme tutti i giorni, mattino, pomeriggio e sera.
Quella mattina, era un lunedì di marzo, ero in classe con i miei compagni aspettando l’arrivo del professor Stronati docente di italiano e gran cacacazzo. Alle interrogazioni era severissimo e se avevi studiato studiato riuscivi a prendere al massimo un sei più. Invece del malefico insegnante comparve sulla porta il bidello Menchione, vestito come un pescatore fallito col suo puzzolente e lercio maglione blu, il quale ci comunicò che quella mattina il professor Stronati non sarebbe venuto perchè indisposto.
si scoglie i capelli. mi chiedo se sappiano come il fieno buono. ha le gambe lunghe. belle, semplicemente. le labbra sottili ma piene, due nocciole come occhi e come orecchi. riempio le mie giornate facendo finta di innamorarmene.
Ero appena reduce dalla sbronza della sera prima e non so dove trovai la forza per rendermi presentabile ed uscire di nuovo. Poi se mi chiedete dove, invece, trovai il coraggio per riniziare a bere dopo giusto un’ora…allora mi disarmate. Quel pomeriggio c’era un botellon in riva al fiume e sfasciarti il fegato era il minimo che potesse succedere. Ti andava di lusso. Ci fu gente che rischiò l’annegamento nel fiume, dopo essersi già affogata nell’alcool, ovviamente. La luce era così potente che sembrava volesse perforare anche gli occhiali da sole…non riuscivo a tener gli occhi aperti, quei riflessi luminosi erano schegge impietose sulla mia retina. E poi…faceva caldo, era aprile ma già si stava in canotta e si sudava. Qualcuno per ovviare al problema si era denudato ma, oh, erano brasiliane…ce l’hanno nel dna. A me più che la voglia di rimanere con le tette al vento mi era venuta una sete che neanche dopo una camminata nel deserto con il puzzo di un cammello! Una sete davvero da togliere la salivazione. Individuai una bottiglia di rosso. Mi apparve come un miraggio. Finalmente potevo bere qualcosa che non fosse mischiato a coca-cola, gazzosa o altre porcherie. Io quest’usanza di rovinare il vino non la capirò mai. E’ uno scempio. Fortunatamente, a pochi passi da me c’era un bel litro puro, un Rioja da 14 gradi, vigoroso e denso. Un vino che ti legna ben benino. Chissà se quel ragazzo che si tiene la bottiglia tutta per sé legna pure lui ben benino?-mi domandai. Un sorrisino malizioso mi si stampò sulla faccia mentre gli chiesi di versarmi un po’ del suo tesoro.
Amari ricordi, sussurri dell'anima, spensierati momenti, gioie dell'anima... Tu che mi accarezzi i capelli noi due avvinghiati in un pulman la musica dei Cure in sottofondo, attimi irripetibili, il lago di Garda da sfondo i tuoi occhi che si rispecchiano nei miei
La realta' è la pozzanghera fangosa dove sguazziamo ogni attimo della nostra esistenza. Ci travestiamo in tanti modi.....belli, intelligenti, brutti, romantici, tossici, alcolizzati, di successo..... Abbiamo cosi' tante maschere che potremo mettere su una compagnia teatrale. Ci piace fingere, accusare, criticare, mostrare di essere meglio..... Non ho mai capito meglio di cosa....
Il lampo che buca il cielo la luce che sovrasta la notte scomparso nel nulla come sei arrivato con un vuoto dentro mai colmato Hai fatto quello che volevi non hai pensato a nulla