solo un stupido.. negli occhi, il nulla e provo un senso di inettitudine un groppo mi sale in gola e un dolore forte mi attanaglia il cuore … chi sono??
Le ultime luci sono scomparse, svanite come piscia sul fuoco e tutto puzza qua intorno monotono. I palazzi sono macerie senza futuro, senza passato e il bagliore della luna è la più tetra messa in scena della natura. Orrore scavato dalla signora dal manto scarlatto e nero, vero, purtroppo forse troppo vero. Che tutte le idee di questo istante maledetto, brucino,e brucino ancora per l' eternità, come pena perenne e immutabile delle colpe intrise nei rami degli alberi, e nelle loro foglie suicide. Terreno sterile, privo di amore di quell'ardere che sale il profondo, anche dal pozzo senza fine. Peccati sobillatori, onnivori di creature infelici, dove non si vede oltre le nuvole, e se cè il sereno è soltanto per puro caso.
e mi sono spesso ritrovato ad invidiare gli stupidi per la capacità che avevano di prendere le cose cosi come sono senza la minima curiosità e la minima pena per la svendita della loro anima con piaceri di basso costo e merdosi passatempi ho dannato la mia sciocca voglia di andare a fondo delle cose ma col tempo ho capito che non vi era altro baratro più confortevole per la mia anima se non quello della mia solitudine perchè ho compreso la vera natura della verità ovvero che non è mai comoda...
Non va nulla. Il vino rosso s’è versato sulla manica della camicia bianca.
Jack una volta la sporcò di sangue. La macchia non andò più via.
Il vino ha il colore del sangue.
Saranno questi i casi in cui bisogna dire: “Thò che strana somiglianza!”
Forse bisogna imprecare o farsi una bella risata aspettando che la sera copra tutto con la sua luce e sperando che il giorno non torni a farci visita se non con delle buone notizie.
Non va nulla e la macchia di vino ormai s’è asciugata. Devo riuscire a lavarla.
L.A Non alludo alla città degli angeli, ma a qualcos'altro. Qualcosa di veramente importante per me, una ragazza, non è una semplice ragazza. E' una scoperta. Quale scoperta? La scoperta dell'innocenza. Più volte la cogli nei sogni in un fiore in una carezza in un bacio sulla guancia in un abbraccio in un saluto
Io l'ho colta in un momento, in un immagine, che per molti può sembrare patetica, banale, insignificante, ma per me è un emblema.
Almeno per me...
Un parco, un parco giochi, un'altalena e una bimba con la madre. Un piccolo scenario dove si consumano gli amori, i sorrisi e poi con gli anni le nostalgie di chi già ha vissuto quei momenti.
E' un incanto, che cogli in un attimo. Un senso di protezione, di difesa.
La bimba si volta a guardarmi Il tutto si conclude con un primo piano; ricordo i primissimi piani di Shirley Temple in "La Piccola Principessa" del 1939 ragazzi mi ci perdevo dentro.
è la tua espressione è un susseguirsi di piani,primissimi piani frammentati, che celano la propria essenza all'infinito.
L.A Non alludo alla città degli angeli, ma a qualcos'altro. Qualcosa di veramente importante per me, una ragazza, non è una semplice ragazza. E' una scoperta. Quale scoperta? La scoperta dell'innocenza. Più volte la cogli nei sogni in un fiore in una carezza in un bacio sulla guancia in un abbraccio in un saluto
Io l'ho colta in un momento, in un immagine, che per molti può sembrare patetica, banale, insignificante, ma per me è un emblema.
Almeno per me...
Un parco, un parco giochi, un'altalena e una bimba con la madre. Un piccolo scenario dove si consumano gli amori, i sorrisi e poi con gli anni le nostalgie di chi già ha vissuto quei momenti.
E' un incanto, che cogli in un attimo. Un senso di protezione, di difesa.
La bimba si volta a guardarmi Il tutto si conclude con un primo piano; ricordo i primissimi piani di Shirley Temple in "La Piccola Principessa" del 1939 ragazzi mi ci perdevo dentro.
è la tua espressione è un susseguirsi di piani,primissimi piani frammentati, che celano la propria essenza all'infinito.
notti pazze, di merda notti senza voce, senza sonno, senza letto notti panchinare scomode bagnate. Notti da morte, una birra, una pizza i 4 migliori stronzi della mia vita e creperò di notte. E mi starà bene.
oggi che il mare affonda non possiam salvarci oggi che sta affogando non sarà la terra a riportarci in alto quanto freddo quanto orrore quante anime perse nel lor candore si vive si muore e nient'altro, ma questa volta è il mare che sta affondando.
l'essere single, è solo una conseguenza dell'essere stati impegnati, se non lo sei mai stato, non sei nè single nè impegnato, solo e soltanto, fortunato
l'umana esistenza infonde catartiche radici nell'animo dei guerrieri spartani risiedenti nelle prigioni purpuree dei nostri corpi in stato "paradossalmente" vegetativo, l'umana essenza è persa nelle lattine di coca-cola, nelle marche di sigarette, nello sporco del denaro, dei cassonetti per il riciclo del vetro, della plastica, della merda, nell'ultimo posto dove ho visto il sole nel suo naturale riflesso, dentro una bottiglia di jack daniel's, un urlo particolare che sa di grappa julia, di birra spitzburg, e di stuyesand gold, fino a che la vita di qualcuno finisce e non si ha ne pazienza ne coscienza, quella necessaria per marcire meglio di altri, e intanto l'urlo sembra non chiedere permesso per entrare o per uscire, sembra si sputi da solo aldifuori del pensiero, e intanto le lacrime vanno a chi non ha il coraggio di parlare, a chi non sente, a chi non vede, a chi non ha mani per toccarsi le palle, a chi non ha mani per chiudere gli occhi e nascondere la vergogna, a chi ha mani per giudicare la merda a tatto, e non per l'odore, ho perso la dignità tempo fa, la dignità umana, ma non la dignità personale, e chi mi reputerebbe non umano? chi mi reputerebbe diverso? chi mi reputerebbe un fottuto straniero di questo mondo pluriculturista? nessuno, perchè ognuno ha piacere a chiamarmi uomo, degrado naturale dell'evoluzione universale, microparticelle unite in una massima massa cellulare, polveri di stelle nella mente e esecrezioni rurali all'esterno, un cammino tra le rive dello Jonio e saccheggi in cupole abbandonate, notti sotto cieli di cui non si sa niente, nulla, nessuno, grida e urla, grida e urla ai santi di questo posto sperduto, grida e urla ai santi del castello, della casetta infondo la valle, del crepuscolo, dello scoglio, del posto alternativo che chiunque avrebbe voluto colonizzare per primo, intanto l'anima e il tempo reo vengono infangati dai dubbi, cos'è il tempo? il tempo non esiste, cos'è l'anima? l'anima ha fatto il suo tempo oramai, e come ogni cosa che tace alla fine del suo tragitto, anche l'urlo di un essere ignobile e pazientemente saggio come me arriverà alla conclusione delle sue litanie orgogliose, egoiste, modeste, sofferenti.
Vetro e sabbia nelle schiene unte di barboni che cagano nei cigli, inseminare animali porta l'oste alla follia, cotenna,braciole e chili di maiale lanciate sui figli, vento,culo e merda addosso al prossimo che se ne va via.
Birra,ugola bruciata e scoppi lontani di rutti d'animali, la polizia brancola nel buio, fotte l'agnello madre il cane balordo, stele di Gerico davanti agli ancestrali. Nella luce io tenebra scompaio, corro,e lancio odio al frate ingordo, frantuma anime l'uccello senz'ali.
A te dicono, a te cambierà poco, quasi niente eppure qualcosa può darsi rimane, qualche frammento, fogli sparsi, calcinacci come ricordi. Per quella sera di certo è che è passata e non ritornerà più e poi di tutto il resto ce ne possiamo pure fregare. Lascia stare cosa ci siamo detti, è già difficile ricordarlo e poi sono sicuro che se ci pensi bene o non ti viene in mente o sembrano tutte cazzate. Alla fine le parole si ripetono, sono sempre quelle, le sputi una notte e poi pure quella dopo. Allora dico ti penso, e mi domando cosa stai facendo, me lo chiedo mentre io non faccio niente, non ho niente da fare; ma tu che sei occupata forse in fondo sei più libera di me Io adesso sono seduto, su una sedia che è anche un posto qualunque e qualcuno a breve potrebbe domandarmi “Ehi, che cazzo stai scrivendo, sei impazzito forse!?” ma a me interesserebbe poco, cosa ne sanno gli altri di quanta birra hai bevuto e la birra si beve in bicchieri oppure te la scoli direttamente dalla bottiglia ed ogni bottiglia o bicchiere suggerisce una frase nuova, dialoghi che durano anche due parole, lo sforzo di qualche sillaba in un eccesso di spontaneità e abbiamo bevuto insieme questo si me lo ricordo bene “Ciao Chiara come stai? Sono Alessio, ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti in un locale, come mi piacerebbe risentirti…ma non sono queste le parole di quella serata, della nostra vita, si vita, perché noi abbiamo vissuto e consumato tutto in qualche ora “Ciao Chiara come stai? Sono Alessio e se non ti ricordi è uguale, ci siamo conosciuti per strada poi abbiamo bevuto insieme, in un locale dove non saprei ritornare, siamo stati bene, ogni bicchiere ci sentivamo meglio poi alla fine lo sai o si vomita in un cesso o si ci si vomita addosso ed io qualche “zoccola” di troppo devo averla vomitata”. E adesso che da tre giorni navigo su una barca di ventotto metri dove in venti ci si sente stretti e da guardare c’è sempre questo cazzo di mare e costa, ti confesso che ti ho pensata: torno indietro, guardo alle spalle, nella speranza di cavarne qualcosa di buono da quella nebbia fitta di tante notti passate, cerco la nostra, ecco l’ho trovata, ma no, non è lei, questa puzza di vino, c’è la luce gialla di un lampione, lo specchio appannato di un qualche locale, il mio amico appoggiato ad un albero, guarda la terra che è nera, lo stesso colore del cielo perché a volte è cosi, certe notti cielo e terra hanno lo stesso colore, il colore della confusione. Arrivederci dottoressa, chissà se anche tu, qualche volta, fra Agrigento e Madrid, non avverti un po’ di confusione, quel poco da farti fermare e chiederti: “Ma poi, alla fine, di tutto questo, dei nostri incontri, cosa resta?”