Respiro a fondo Como. @ 13 December 2007 04:50 PM
Le voci sono sottili e continue. Formiche senz’occhi, solo gambe nere. Bancarelle. Vendono sogni materiali, per chi non ha sogni veri nella testa. Mi guardo attorno. Ci sono le panchine. Ed i barboni sulle panchine. Ripenso ad Angelo. Il mio clochard preferito. È morto appena un mese fa. Per colpa del Comune. Non avevano ancora aperto il dormitorio, quei bastardi. E Bruni, fascista e faccia tosta, ha avuto il coraggio di dire che non era colpa sua, poi ha avuto la sfrontatezza, tipica di un sindaco, di rettificare tutto il giorno dopo, dicendo: “Questo avvenimento sarà un insegnamento per il futuro.” Intanto lui è a casa a scoparsi la moglie ed ad ingurgitare, nella sua cucina termoautonoma spaghetti alle vongole o sushi. Ed Angelo non potrà più salutarmi, bere, dormire sull’asfalto, né sorridere, dicendo, carezzandosi la sua chioma di capelli unti e scuri: “Io c’ho il fascino del brutto, eh!”
Como, sonnambula. Como, puttana. La più laida di tutte le troie.
Le luci si disperdono contro il cielo, alto e profondo. Là sopra, tutto tace. Finisco la birra e mi vien voglia di scrivere. Ma non ho la penna. Né il foglio. Allora inizio a canticchiare, a fischiettare, per strada, mentre passo accanto alle spalle della gente. Una canzone piena di amore. Ma dov’è l’amore? Dentro mi sento calda, ma senza un volto a cui pensare. Ricordo, che l’anno scorso, d’inverno, a Como, avevo un volto dolce da ricordare. Ora nemmeno quello. Mi teneva compagnia, quel volto, mi rassicurava. Era una dolce abitudine. Mi teneva in piedi. Ora, invece, mi sento innamorata, ma senza oggetto d’amore. Mi sento innamorata e basta. Per questo mi sento malinconica. Ma la malinconia mi fa capire che vivo. In mezzo a questa passerella di zombie in giacca, cravatta, camicia e cappotto, io vivo. Sotto le luci intermittenti, io vivo. Accanto al bar che vende “Cioccolata Da Passeggio Bianca o Nera”, io vivo. Incrocio un ragazzo in bicicletta. È alto, moro, ha gli occhi profondissimi. Anche lui sta canticchiando. Ci guardiamo per qualche istante. Mi sento di nuovo innamorata e sbirciata nell’animo. Sorride, timidamente, e passa accanto a me. Aumenta la pedalata, si dirige verso Porta Torre, allarga le braccia.
Anche lui si sente vivo.
13dic07

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