Lampade @ 21 February 2008 12:54 AM
È difficile poi trovarsi di fronte all’enorme muro di noia che costeggia maestoso il piccolo sentiero sterrato delle nostre vite,e affrontarlo poi è ancor più arduo e ci arrabattiamo in mille e ancor mille modi per nascondere questo muro dalla nostra visuale con ridicola e patetica carta da parati scolorita,che nei nostri progetti sarebbe dovuta risultare brillante,un arcobaleno sgargiante di vita perfetta.
Calma piatta.
Come sempre al vecchio bocciodromo,che anche se ora non lo è più per noi rimane sempre quello, e di certo non ci metteremo mai a chiamarlo magic biliard o come diavolo si chiama.
Routine:
Birra
Chiacchere
Cosa si fa stasera?
Ovvio,ci annoiamo.
Mani stanche che inseriscono monete in macchinette voraci e di solito poco riconoscenti delle attenzioni che ricevono.
Ma non importa,non si gioca solo per vincere;non posso certo definirlo ‘divertente’,ma anche solo schiacciare ripetutamente lo stesso bottone è sempre meglio che starsene con le mani in mano.
I soldi vanno e vengono,e quando saranno andati sarà la fine del problema.Ma finchè ci sono mi vizio -perché no- e li spendo senza riguardo,sprezzante della fatica fisica e soprattutto psicologica che ho patito per guadagnarli.
Soprattutto si gioca per ingannare la noia.
Non ci si annoia sempre,comunque,soprattutto quando si beve;si ride e si scherza,ci si insulta con un certo compiacimento,come se fosse un segno dell’intimità che durante gli anni si è costruita tra noi.
Ma non stasera.
Sorseggio stancamente una mezza chiara e guardo Frogu che fa scorrere sullo schermo limoni,angurie,ciliegie,sette,bar,diamanti e prugne.
Scarica qualche moneta e,come di consueto,gli vengono rivolti a più voci un gran numero di “figlio di troia” e cose del genere,mentre lui ride compiaciuto e tiene a mente ogni moneta che spende e che guadagna.
Annoiato a morte e incazzato per i suoi successi tento la sorte anch’io.
I risultati sono ovviamente disastrosi.
Mi viene in mente quando da piccolo giocavo a briscola con mio nonno e mi innervosivo a morte perché non riuscivo a tenere a mente le carte che erano uscite,come faceva lui.
Mi sforzavo come un matto,eppure sbagliavo sempre i miei calcoli.
Giochi il tre convinto che l’asso sia già uscito e immancabilmente vieni subito smentito.
Ci alterniamo davanti alla sanguisuga elettronica,mentre Frogu ci osserva come un avvoltoio.
Appena finiamo di perdere inserisce la sua monetina del cazzo e ovviamente vince.
L’atmosfera mi rimanda alle pagine ingiallite de “il giocatore” di dostoevskji,con tutte le attenuanti del caso,cifre ridotte di molto e la roulette sostituita da cristalli liquidi,resistenze e condensatori.
Una sera ero ciecamente convinto che sarebbero uscite le pergamene,che significavano una discreta vincita,capace almeno di far sbocciare un sorriso,e avevo giocato,continuando a sperarci finché non mi ero stancato e,ormai a corto di bestemmie,avevo abbandonato la maledetta mangiasoldi.
A quel punto Arca aveva preso il mio posto e alla prima giocata ovviamente le pergamene avevano fatto la loro trionfante comparsa.
Frogu vince sempre,a quanto sembra.
Qualche settimana fa in due giorni sbancò due macchinette uguali in due posti diversi,lasciandoci sbalorditi e incazzati.
Lampade e corone,che chissà per quale strano affresco del destino escono soltanto a lui.
Oggi pomeriggio ha vinto cento euro,stessa macchinetta in un altro posto ancora,giocandosi il resto di un caffè.
Scrigni.
La serata è lenta,estenuante,immobile.
Torno a casa presto,pensando che non vedrò nemmeno l’eclissi di luna, e ciò aggiunge un tocco di malinconia aggiuntiva.
Entro in camera,accendo una sigaretta e verso un po’ di birra nel bicchiere.
Il telefonino squilla brevemente per due volte,è un messaggio.
È Frogu,e il messaggio dice :”lampade..”
Che figlio di troia.

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