Cercatore @ 22 July 2008 10:12 PM


Brindo alle tue feste, brindo. Alle tue vittorie la gloria!
Cos’è l’imprudenza? Quel brivido che poco ti concedi
che mai non ripeti per paura che ti si spezzi il fiato.
Ed è la pioggia che porta la mia impronta trasparente:
perché lei non dimentica ma placa, monda con dolcezza
o impeto o fragore, furie a volte gli elementi, che spettacolo!
Nascondo i miei tesori al mondo come un bambino coi suoi giochi,
che ridere, che attimi, che mattini alzati sulla mia testa,
non era tutto importante allora, era semplice, ora è a tratti.

Era a terra e mi guardava, eravamo molto vicini,
più di noi due adesso, più di noi due da sempre credo.
“Questa pioggia mi urta, mi annoia, scappo via da questo”
e resto, come sempre resto, con le mie dita da pianista, resto…
con la mia mano sporco d’inchiostro, resto spesso, e resto…
resto a respirare il catrame degli altri: non sanno come meglio
riempire le loro bocche a volte le genti, quella folla anonima.
Resto nell’indifferenza più totale dove nulla può scalfirmi
poi ad un tratto è un solo brivido ad attraversarmi: scintille!
L’aria sa di nuovo, quello che è perso è perso, ciò che trovo
è indubbiamente nuovo e divinino, ma anche magari solo carnale,
ma è sicuramente inatteso: non è un giorno di sole, è novità pura.
Confusione: la mente però non muore e razionalizza,
allora nasce il timore e la paura che tutto svanisca, che torni
al nulla che l’ha generato, così per gioco, per capriccio,
perché la vita è questo cerchio mistico che tutto dona e tutto prende.
Ma se la mente ordina l’istinto saccheggia: figlio del coraggio.
Perché c’è chi si nasconde dietro i suoi sguardi e i suoi silenzi e chi rischia,
io rischio, c’è già troppo che la vita ha depredato per me,
i miei momenti di rivincita sono l’impronta del mio camminare,
la firma del mio passaggio in questo attimo più breve dell’eterno
che porta il nome di storia e che ha visto tanti morire per lei.

Sapore aspro e dolce, succo o essenza, non so
ma è questo che si prova mentre si cammina, mentre si corre
in questa maratona, in questo gioco di probabilità
mentre gli imbecilli giocano che le loro cose importanti
mentre gli imbecilli giocano con le cose che per me son stupide.
Ed io per quanto perda, per quanto ho perso già,
per quanto sicuramente ho perso qualcosa di chiunque legga queste parole
continuerò a camminare e inizierò a correre, gioco col mio istinto.
Poggio l’orecchio a terra e ascolto chi ha da dirmi anche “nulla”
ora sono io a terra c’è chi m’è stato vicino più di noi due adesso
ma l’indifferenza è solo un gioco: gioca chi vuole, il silenzio spesso
stringono la gola a chi li crea no a chi li subisce, non accadrà a me questo martirio.
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