Qestione di stimoli @ 16 September 2008 02:09 PM
I miei rapporti con gli altri non sono mai stati esenti da difficoltà,da un'opposta tensione che mi ha sempre trascinato tra il desiderio di rapporti più o meno appaganti e una fuga asociale ai limiti della misantropia nevrotica.
Tra l'essere accettati e il volersi escludere.
Tra il compromesso e l'isolamento.

Per questo ci sono dei momenti,degli avvenimenti che rimangono impressi indelebilmente nella memoria come eccezione al rigor mortis emozionale della prassi quotidiana.
Come quella sera...
Finito il concerto ci dirigiamo a casa di Chris, gigante tedesco di bontà proporzionale alla statura.
Si va avanti a bere birra e a chiaccherare in un inglese un po' stentato,quindici persone in una piccola cucina avvolti da fumo di sigarette e risate,gente appena incontrata che sembra essere amica da sempre.
Lei è bionda,capelli raccolti in un piccolo codino,sguardo vivace e sfuggente,intrigante.
Mi cattura subito,abbozzo maliziosi sorrisini che mi sembrano essere ricambiati,o così almeno mi pare,un po' intontito dall'alcol e dalla fantasticheria che inizia a stuzzicare la mia mente pensando a ciò che potrebbe accadere.
Qualcuno va a dormire,io mi faccio una doccia veloce e torno in cucina rinfrescato,profumato e pronto a nuove avventure.
Sono piuttosto stanco e do la buonanotte al padrone di casa che mi risponde “di sicuro sarà meglio della mia”.
I segni sono l'unica cosa che abbiamo al mondo e decifrare questi segni è l'unica possibilità che abbiamo di poter arrivare a comprendere qualcosa.
Scopro che il mio posto per dormire è il letto a due piazze della ragazza e potete ben immaginare cosa possa aver pensato in quel momento. Adoro le ragazze che prendono l'iniziativa.
Mi infilo sotto le coperte,per essere inizio settembre fa piuttosto freddo, e lotto contro me stesso per non addormentarmi.
Lei finalmente arriva,si sdraia al mio fianco e.......accende la televisione!
Abbozzo una conversazione piuttosto futile,per fortuna il suo inglese è forse peggiore del mio,e dopo pochi minuti propongo di spegnere la tv;lei è d'accordo,dice di essere stanca e che deve svegliarsi presto per andare al lavoro.
Ora il buio avvolge completamente la stanza,faccio fatica a distinguere i suoi lineamenti a pochi centimetri dai miei occhi.
Mi faccio più vicino al suo corpo,le sfioro una mano e subito lei prende la mia;inizio a baciarla e così andiamo avanti, tra dolci baci sussurrati e sfrenati lampi di passione.
Mi tuffo nel suo seno,le mie unghie nella sue pelle,lei inarca la schiena,geme,morde la mia spalla e mi graffia,io la graffio,la mordo,la bacio teneramente.
Passano i minuti,un'ora,forse due. Non serve ora raccontare cosa succede o cosa non succede,scendere in dettagli e soffermarsi in particolari,sono ormai inebriato da quell'aura di passione e complicità,di furia e dolcezza che ci ha avvolto come un caldo lenzuolo alla fioca luce di un falò che si sta ormai spegnendo al sopraggiungere dell'alba. Questo vi basta sapere.
Senza bisogno di parole,solo corpi e menti unite in simbiosi;odori, mani, labbra,un brivido lungo la spina dorsale.
Non ho mai saputo il suo nome,al mio risveglio lei era già andata via.
Forse è meglio così, non c'è bisogno di nomi da dare alle emozioni.
Non si può imprigionare in poche lettere una magia.

Questa storia potrebbe forse essere romanzata (o essere un insieme di più storie diverse), come un quadro scialbo ritoccato a posteriori con abile mano per far sì che abbia un tocco più brillante,più vitale,qualcuno potrebbe dire più falso.
Uno squarcio di realtà abbellito con l'aggiunta di sfumature e ombre forse frutto solamente dell'alone di fantasia e vaghezza che sono parte intrinseca dei ricordi man mano che il tempo passa.
Beh,ma la vita senza questa patina avrebbe forse alcun fascino?
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