Eddie Merckx @ 18 September 2008 11:26 PM

Stendo le braccia al cielo,
mi guardo in torno,
non c’è pubblico a guardarmi,
ma mi sento Eddie Merckx.

E non so per quanto tempo,
non so se il passato tornerà
o avrò un briciolo di questo futuro;
ma credo nel talento di certe persone,
nella loro fragilità, che le rende elette…
sensibilmente fragili, indubbiamente
sanguinanti se non si ha cura dei loro rami;
è eccezionale però il senso di vita
che può essere trasmesso dai loro occhi,
in un giorno di abbandono, una sera magari…
niente dentro che non stia fuori,
sentrisi leggeri come l’aria è poco,
carichi come fulmini, carichi di lacrime,
carichi di vita che entra e non per forza deve
uscire dalle parole o da gesti complicati
per trovare una via per esprimersi al meglio.
Chiedere grazie a un Dio, se esiste,
per questo capolavoro, e il ruolo di interprete
che sa darmi la loro presenza, è poco.
Perché ognuno prende quello di cui ha bisogno…
nel mio caso è la semplicità,
la pienezza di chi mi stringe.
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