urlo... @ 6 October 2009 09:40 PM
l'umana esistenza infonde catartiche radici nell'animo dei guerrieri spartani risiedenti nelle prigioni purpuree dei nostri corpi in stato "paradossalmente" vegetativo, l'umana essenza č persa nelle lattine di coca-cola, nelle marche di sigarette, nello sporco del denaro, dei cassonetti per il riciclo del vetro, della plastica, della merda, nell'ultimo posto dove ho visto il sole nel suo naturale riflesso, dentro una bottiglia di jack daniel's, un urlo particolare che sa di grappa julia, di birra spitzburg, e di stuyesand gold, fino a che la vita di qualcuno finisce e non si ha ne pazienza ne coscienza, quella necessaria per marcire meglio di altri, e intanto l'urlo sembra non chiedere permesso per entrare o per uscire, sembra si sputi da solo aldifuori del pensiero, e intanto le lacrime vanno a chi non ha il coraggio di parlare, a chi non sente, a chi non vede, a chi non ha mani per toccarsi le palle, a chi non ha mani per chiudere gli occhi e nascondere la vergogna, a chi ha mani per giudicare la merda a tatto, e non per l'odore, ho perso la dignitą tempo fa, la dignitą umana, ma non la dignitą personale, e chi mi reputerebbe non umano? chi mi reputerebbe diverso? chi mi reputerebbe un fottuto straniero di questo mondo pluriculturista? nessuno, perchč ognuno ha piacere a chiamarmi uomo, degrado naturale dell'evoluzione universale, microparticelle unite in una massima massa cellulare, polveri di stelle nella mente e esecrezioni rurali all'esterno, un cammino tra le rive dello Jonio e saccheggi in cupole abbandonate, notti sotto cieli di cui non si sa niente, nulla, nessuno, grida e urla, grida e urla ai santi di questo posto sperduto, grida e urla ai santi del castello, della casetta infondo la valle, del crepuscolo, dello scoglio, del posto alternativo che chiunque avrebbe voluto colonizzare per primo, intanto l'anima e il tempo reo vengono infangati dai dubbi, cos'č il tempo? il tempo non esiste, cos'č l'anima? l'anima ha fatto il suo tempo oramai, e come ogni cosa che tace alla fine del suo tragitto, anche l'urlo di un essere ignobile e pazientemente saggio come me arriverą alla conclusione delle sue litanie orgogliose, egoiste, modeste, sofferenti.

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