Senza titolo @ 27 December 2009 01:49 PM
Era a letto. Al buio. Stava quasi per addormentarsi, quando squillò il telefono. Allungò il braccio verso il comodino.
- Pronto -, rispose con voce nasale.
- Ehi…ciao…
( La sua voce, bella, soffiata, sopraggiungeva calda dalla cornetta )
- Ciao, dove sei ?
- In giro. Ti pensavo.
- Davvero ?
- Si.
- E che pensavi ?
Un attimo di silenzio, di esitazione da parte di lui.

- Alla tua fica. Ho voglia della tua fica calda.
Lei sorrise, mordendosi le labbra.
- Ah si ?!??!
- Si…ho una voglia matta di tuffarmi con la testa tra le tue cosce e leccarti…
Rimase in silenzio, con gli occhi che scintillavano nella penombra. Respirò. Anzi, sospirò.

- Torno domani.
- Ne sono felice -, disse lei.
- Mi aspetti a casa ?
- Si, ti aspetto.
- Ora torna a dormire . E pensami.
- Ti penso. Ti penso.

Mise giù il telefono. Accese la luce. Andò in cucina e prese un bicchiere di acqua fresca. Si leccò le labbra. Sorrise pensando alla sue parole. Andò in bagno e prese uno specchio. Ritornò in camera. Si sdraiò. Alzò la camicia da notte e schiuse le gambe. Si guardò nello specchio. Si guardò tra le cosce piene, immaginando che a guardarla fossero gli occhi di lui.
Si ricordò di quando quella volta, dopo aver fatto l’amore, lui la portò in bagno con sé. La fece adagiare sul bidè e con la sua mano bellissima, la bagnò con l’acqua e con il detergente. Passava le dita sulle labbra e sulla clitoride gonfia dopo l’amore. Lei rideva. Lui continuava, la guardava negli occhi. Si avvicinò e le diede un bacio sulla bocca. Lei lo baciava e rideva. Scoppiava a ridere tra quei baci casti e molesti. Il ricordo accese il sorriso e il desiderio. Allora pensò alla sua lingua che la leccava piano. Prima dolcemente e poi furiosa, a fondo. Lenta. Veloce. Veloce e poi ancora lenta. Allontanò lo specchio. Chiuse di colpo le gambe. Porco, disse. Poi le riaprì e iniziò a sfiorarsi. A toccarsi con fervore. Si leccò due dita e le infilò nella fica calda. Per un attimo restò senza fiato. Era umida e cedevole. A penetrarla erano già state le sue parole. Quanto ti detesto, pensò.

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