fango e crema @ 8 February 2010 06:21 PM
Seduto sull'orlo di se stesso
resta a fissare la salma del vorrei
chiusa in una bara di se, e su ogni fiore c'è scritto avrei potuto.
Il bambino gioca a fare l'effige, gioca a raccontare pietose storie ai genitori.
Il Figlio di un'idea e di un rovo, che accarezza le idee di pupazzi troppo grandi per poterci giocare.
Gli aquiloni volano lenti e annoiati tenuti in vita da un filo, che il vento tira e che il bambino a
stento regge.
L'incenso della vittoria si è spento e un prete già troppo vecchio lo sparge sugli ospiti della vita.
Cenere siamo e cenere desideriamo.
I litri di risate di una serata non bastano a riempire il bicchiere.
I chili di parole non bastano a riempire tutte le ceste.
I volti scompaiono dietro bicchieri, diventano opachi recipienti della storia.
Ritratti di un'epoca, sepolcri di una giovinezza sempre troppo vecchia.
E il bambino si guarda attorno, li vede scappare via.
Corrono chi sa dove?
Il gioco dell'inseguirsi, il trovarsi.
Ma il bambino è stanco adesso, non vuole più correre dietro diademi e bracciali.
E stanco di reggere aquiloni.
E mente ad un'idea ride di un presentimento.
Il mondo è diventato uno specchio, uno stagno.
E le rane gialle gracidano e fremono sotto la pioggia.
Sono stanche di saltare, se ne stanno li a rigurgitare minacce e specchiarsi.
Sono diventati i principi dei principi.
E in riva allo stagno, Schopenhauer è un vecchio pendolo, e Nietzsche piange perché Dio è morto.
E ora non sa più con chi prendersela.
Saussure è rimasto senza parole, a guardare Einstein che conta i suoi fallimenti.
E il bambino ride, è sporco di fango e crema, il più goloso fra gli uomini.
Bestemmie e divani sui quali sedersi.
Ride e gioca a fare il grande ipocrita, e agli adulti dona pirati e frottole.
Nel grande oceano dell'illustre marinaio.
News powered by CuteNews - http://cutephp.com