Avevo deciso che era ora di cambiare. Non avevo nemmeno più il coraggio di guardarmi allo specchio. Ogni volta c'era qualche stronzo che scherzando mi toccava la pancia e faceva "quanti mesi mancano?" oppure "sarà maschio o femmina?". Io gli scherzi li accetto, ma dopo un pò, la cosa iniziava a frustrarmi. Pure la vecchina sotto casa ci s'era messa "che bella pancetta che hai messo su!".
Questa è la storia di vite perdute, sogni infranti, vuoto incolmabile e buio perenne. Mi sembra di aver vissuto secoli e mi ritrovo lì a cercare di vivere istante per istante un giorno come tanti altri.
Forse era un lunedì, saranno passati tre mesi. Due, uno, non lo so.
“Che vuoi dire Chiara? Che vuoi dire?! Che significa?! Che vuoi dire, cristo?!”
Chiara tre, due, uno, non lo so mesi fa era ancora la mia compagna. Anni di convivenza fino a tre, due, uno, non lo so mesi fa. Era piuttosto anonima Chiara a 20 anni, proprio niente di che. Ma era gentile, a me del resto non me ne fregava un cazzo di niente, preso com’ero preso dalla mia malattia.
Cade una pioggia fitta dal cielo grigio. Cammino per strada e, all’improvviso, ho la certezza che accadrà un omicidio, un omicidio commesso da Sara. Teso e guardingo mi avvio verso il luogo senza conoscerne il motivo, attratto da una morbosa curiosità.