Il sole non è uscito quest’oggi. Neanche oggi. Piove. Piove ovunque. Piove su di me. Piove nella mia scollatura, piove sulla mia testa. Sto tornando a casa. Gli uccelli stanno cinguettando e il sole sta sorgendo. Sono le cinque e mezza e non mi interessa. È tardi, per “loro”, ma non mi interessa. Guido in maniera pacata e regolare. Ascolto i Velvet Underground e fischietto. Mi annuso le dita. Le mie dita odorano di te. Tutto il mio essere odora di te. Ci siamo mangiati sull’erba umida anche stanotte. Poco lontano, i viados passeggiavano, ridevano e fumavano sigarette in attesa del prossimo cliente. Un uomo ci è passato accanto, mentre stringevo il tuo cazzo rigido nel mio corpo. La bocca dischiusa ad incanalare amore. Amaro l’odore del tempo che passa. I ricordi affievoliti dall’alcool.
Mi sono accovacciato sotto la doccia, ma niente, il dolore rimaneva, ho sentito un piccolo scricchiolìo provenire dal ginocchio sinistro. L’acqua calda dava i suoi benefici, il sollievo di uno scroscio superiore alle temperatura corporea era vitale in quel momento. Venivo da tre giorni bui, neri, malsani. Mi aggrovigliavo su me stesso, sul mio corpo, tentando di uscire da quella orrida e insistente situazione. Il torace era colpito da lame, coltelli, pugni, niente come questo avevo ancora provato. Non stavo male, ero in grado di pensare, di riflettere, di capire, la mente era lucida e attiva, ma quel dolore.. Cazzo quel dolore mi opprimeva, mi picchiava, mi stordiva.
Esterno giorno, Central Park, cammini lungo il Mall e guardi le ragazze degli altri.
Anche questa storia parla della fine di un amore, pensi, è sempre stato così. Quando inizia siamo tutti lì a godersela e a organizzare viaggi, non ci pensi proprio a come andrà, anzi non potrà che andare bene, felici e contenti. Finché una mattina ti svegli e capisci che non puoi fare finta di nulla, sai che è finita, fottuti e scontenti, almeno te, e allora inizi a rimuginarci su tutto il santo giorno, è domenica, non ci sono distrazioni, niente centri commerciali aperti. Solo qualche ristorante per turisti dove oltre a mangiare la merda, vedresti delle facce contente, e non c'è cosa peggiore di vedere dei visi sorridenti in questi momenti, vorresti spaccare la faccia a tutti. Cosa cazzo c'avrebbero da ridere dopo eh? Allora te ne stai a casa spalmato su un divano e te la prendi con quelle piccole crepe dell'intonaco che vedi sul soffitto, i loro silenzi ti irritano. Poi un giorno ti alzi e inizi a scrivere, perché è quello che sai fare quando le cose vanno male, e perché adesso di tempo ne hai da buttare.
Scivolami addosso come seta, leggero e delicato, elegante come sei sempre tu. Accarezzami e poi vattene, non lasciarmi nessun segno. Non lo voglio il tempo per ricordarmi di te. Non lo voglio un altro per scordarmi di te.
fuori piove.rutelli ha perso le elezioni a roma la palombelli ha avuto una cattiva digestione in africa si muore di fame e di sete e io mi giro dall'altra parte sul mio divano aspettando qualcosa che non arriva mai guai se ci fosse una continuazione dopo la morte e i buddisti vadano affanculo se pensano che io debba vivere altre sette fottute volte prima di estinguermi completamente e chi ce la fa a fare il virtuoso per così tanto tempo a non fottere un qualsiasi essere vivente dotato di respirazione mammifera o anfibia a seconda che mi faccia un lavoretto orale o si sottometta analmente quanto a me l'ho presa tanta di quelle volte nel culo,sia pur metaforicamente ,che mi prendono a modello per i tunnel nelle gallerie,mi giro un'altra volta sul divano e provo a dormire fuori piove ancora non so per quantoma me ne starei altre sette vite qui sdraiato a non fare un cazzo senza menarmela come un cinese del cazzo con le sue storie di wu wei
steso sul divano aspetto la morte del giorno accendo la tv ci sono i sud sound system mi ricordano la mia terra dovrebbero ricordare la terra in generale coi loro canti di mariuiana,primitivo,frise e pomodorini e ragazze arabo-normanne che ti tengono per le palle primo maggio 2008 svegliato sudato appena dopo un incubo la gente mangia,fotte e caca e vota e a volte vota come caca a volte caca come vota invertendo l'ordine dei fattori il prodotto e quella feccenda lì,insomma guardo il Che che è appeso al mio muro come un crocifisso e mi dice ma quando cazzo mi tiri giù di quì che mi scappa di pisciare il Che ecco un uomo con le palle, ma perchè non me le hai trasmesse geneticamente? mi giro sul divano spengo la tv o forse la sequenza opposta non mi ricordo come disse quel mio amico che aveva scopato con la vicina di casa che gli chiedeva se avesse fatto il test comunque lui pi disse quella domanda era come mettersi il guanto al termine della trombata,una cosa che non stava in piedi e ,detto tra noi,non avrebbe fatto stare in piedi neanche una minchia in generale... dormo adesso e guai se mi suona un testimone di geova lo mando a cagare lui e geova e giacchè ci sono pure genova...
mi viene da piangere ma non capisco il perchè mi viene da piangere ma nn capisco il motivo ho paura del nulla che circonda la mia esistenza e ringrazio dio per ogni uccellino che vedo su un nuovo ramo
fotografare il nulla ma apprezzarne i colori credere nei sorrisi di questo uomini venditori uccidere le idee adolescienziali con finti problemi finti mali come il lavoro lacerante o il ditino dolorante la monotonia del paesino la donna che se la mena per un pompino il lento scorrere degli anni migliori cazzo sei anni fa ero proprio fuori ora invece barcollo nella mio soggiorno luminoso se vado all esselunga oso me lo vedo proprio quell essere che sono io o forse te no mi sa io comunque
Tossisco, sempre più forte, senza quasi la possibilità di respirare ormai. So che tra poco diventerà impossibile. Avrò paura di respirare tra poco quando ormai sentirò dolore anche dove l’aria fresca passa e irrita i miei movimenti. Sono seduto, con un’edera che si avvinghia sulla mia coscia, ormai integrata da questo rampicante che sanguina. Guardando questa ferita penso che si rimarginerà. Lo so che si rimarginerà. Sono ben altre le ferite che non si rimargineranno e questo mi fa male veramente.
Mi trovo in una foresta di tetri arbusti deformi che mi strappano carne dalle ossa fredde che si trascinano negli angoli meno fitti di chiome oscure dove la luce tenta di filtrare e illuminare il sentiero per ritrovare l’uscita. Striscio come un rettile privo di forze con il sangue freddo che riscalda il mio involucro di dolore, ben avvolto da una scorza di malessere lancinante. Mi abbandono alla notte sperando di interpretare un incubo che mi possa svelare la via del ritorno. Chiudo gli occhi gonfi di aria gelida visto che le lacrime sono finite da un pezzo.
(voglio)una tua copia, un tuo alter ego... scarno,inerte nel pensiero. mallebbile alle mie parole che si animi solo ai miei cenni. una ragazza a moneta. il riparo dalla solitudine, l'opprimenza della compagnia.