Preparerei il caffè, piano… come se facessi l’amore la prima volta. La macchinetta smontata,sopra uno strofinaccio, sono i pezzi di me… ecco,li sto prendendo! C’è da montarli piano, ma da stringere bene. Mi sei di spalle e guarderai le piante grasse sulla finestra. Ho già messo l’acqua. Il cane mugola fuori mentre faccio la pidarmide. La mela rossa tagliata a metà ti farà alzare e si farà annusare… “è bella,accogliente...” E mi passi un bacio veloce sulla destra del collo, giri intorno. Chiudo,asciugo,il fuoco è su! Lo strofinaccio con me,piegato nel pugno… Si ferma il tempo tanto è il silenzio. E braccia e gambe conserte. Fai per darmi un bacio, labbra aperte un soffio e anch’io. Un solo sfioro,mi ritraggo e non respiro. Involontariamente anche tu. Eccoti.
sprigiono la mia rabbia infetta da ogni buco del mio cervello non sopporto piu' quello che sono le mie radici stanco e stufo dalle vostre lamentele patetiche disprezzo voi e quello che rappresentate avete fatto quello che vi sembrava giusto, perfetto per il vostro mondo mondo spazzatura in cui sono costretto ad esistere non mi rassegno, non voglio perdere contro di voi vi odio profondamente, ma a volte sono apatico perchè siete il niente, non rappresentate nessuna convinzione solo il proseguirsi di uno schifo dichiarato da tempo. bruciate nelle peggiori e fameliche fiamme del vostro inferno lo avete costruito e ora avete anche il coraggio di lamentarvi morite di agonie terribili, con il sorriso ipocrita che vi ha sempre contraddistinto spegnete questo tormento osceno che chiamate vita. sono il cattivo che narrate ai vostri successori sono la nebbia che non vi da via di scampo sono tutto cio' che avete paura di essere sono il grido libero di un prigioniero sulla via della fuga.
La lunga strada verso la disperazione è contornata da alberi e boschi malati l'asfalto rende piu' pesante il pensiero le strade rendono tutto imprevedibile Cammino sul bordo del selciato attorno la natura sta emergendo il letargo invernale è finito il tuo inferno continua ancora la lunga strada non termina mai è impervia e piena di tristezza Proprio appena senti l'odore della primavera tutto s'infrange come un vetro rotto da un sasso una siringa, due, tre, mille questo è un campo che puzza di morte una è infilzata nella corteccia di un pino come una lancia che ha colpito un coraggioso guerriero Piu' avanti, piu' ti inoltri, trovi puttane e sfruttatori nascosti tra i cespugli donne condannate ad una vita cosi' stronza ti guardano con gli occhi che ricordano una gatta Il silenzio che ti trascini dentro da anni non riesci a colmarlo neanche con il veleno Sei marcio, intossicato dalla vita e cerchi di digerire il dolore nocivo La lunga strada verso la disperazione ne ha visti tanti andarsene, ha accompagnato troppi martiri.
Senza mai poter aprire gli occhi nell'incubo che realizzi ogni giorno senza la possibilita' di trovare respiro con solo il dolore e la pazzia che ti fanno da compagni.
zero prospettive di riuscire a terminare qualcosa di concreto Gli occhi bruciano, c'è poca voglia di proseguire. Le dita sfiorano i tasti e formano parole banali che ti salgono dal fegato La testa bestemmia, io non so più come risponderle… fuori è il tredici marzo(ancora per poco)… a volte prendere coscienza dei propri limiti può sanare o svenare. Il filo si tende, il filo delle idee si tende e si spezza. Rimani solo, vuoto, atterrito, instabile, patetico, domato, destabilizzato fatto a pezzi dalle incertezze.
saluti a tutti pensavo prima di mandare qualcosa di presentarmi. sono un lettore di Hank da un po', diciamo che l'ho scoperto che era ancora tra noi e mi son preso subito una cotta per i suoi racconti di ordinaria follia, da cui anche ho preso spunto per il titolo di un blog che penso gli sarebbe piaciuto, non che gliel'avrei chiesto, comuqnue questo e' quanto per ora (solo giusto se qualcuno ha curiosita' : http://talesofordinarylives.blogspot.com/), saluti, Andrea
Voglia di birra, voglia di sesso, voglia di musica, voglia di una vita che scappa via e se fotte di tutto ciò che tento ogni volta per inseguirla o per starle almeno al passo. Vorrei essere più bella, più forte, più sicura, più bevuta in questo momento, in questi istanti che ripetono, incessantemente, mi logorano piano piano ed io continuo a cercare le mie speranze e la mia ispirazione nel fondo di una bottiglia quasi vuota ormai che s'incazza con me ed a volte mi parla, mi mette in guardia.. ma io non ascolto nemmeno lei. Che merda, sembra quasi che tutto ciò che doveva essere scritto sia già stato inciso o stampato in mille lingue e ciò che doveva essere detto sia già stato osannato da miriadi di filosofi e storici; ma ora? Dove cazzo sono le grandi personalità, che non riescono nemmeno ad avvicinarsi ai grandi oratori, guerrieri e coraggiosi innovatori del passato?! Sembra quasi che la gente si sia stufata di ragionare, di pensare. Ed io? Io forse sono come tutti gli altri o forse sono diversa; no, non penso di somigliare a qualsiasi cosa possa essere catalogato, mi sentirei soffocare sennò. Ed ora mi rifugio in quelle gocce libidinose che fanno salire in me desideri proibiti, mai rivelati che si dilegueranno qaundo tornerò sobria.
Cancelliamo Lacrime di felicità Per rimanere fedeli Alla monotona normalità Piatta esistenza ( a cui siamo legati ) Senza dolori Senza gioia Senza vita.
Dopo i fasti di una mattinata passata a fumarsi cilum e a sparare stronzate sulla vita in generale, mi dirigo verso l'autobus che, con il solito ritardo olimpionico e da guinnes dei primati, mi riporta nella mia cara citta' natale. Non so perchè, ma il mio paese ha sempre un' alone di nebbia intorno. Manco fosse la transilvania o giu' di li. Appena scendo dal bus, in piazza, intravvedo Lory che sta li al solito posto. Il suo posto riservato, davanti alle cabine del telefono. Lory non si schioda mai da quel posto, sta li e attende tutto il giorno. Aspetta chiunque abbia grana, chiunque possa darle un po' di euri in cambio di sane sbocchinate.
So solo tre cose. Sono sdraiato a terra nel mio soggiorno, ho caldo e non riesco a muovere un muscolo. Sono paralizzato. Intrappolato dentro me stesso. Vedo la stanza come se fossi dietro uno schermo. Solo gli occhi sembrano liberi di muoversi. Li sposto sotto al divano e vedo le piccole parrucche di polvere che ci si sono formate sotto. Quasi riesco a vedere ogni minuscola particella di polvere e come ognuna si aggrega all'altra formando quelle nuvolette grigie.Sento il sudore sgorgare da ogni poro del mio corpo. Il caldo è asfissiante, me lo sento nella gola. Più cerco di muovermi più resto paralizzato. Provo a gridare ma niente. Dalla mia bocca esce solo un rantolo, solo qualcosa di soffocato, di non udibile.
rifiuto le vostre protesi cyberchirurgiche che mi isolano dalla folla-schifo. bisogna respirarla la polvere radioattiva che emana la metropoli, toccare le mutazioni dei comportamenti sociali: dialoghi a misura di sms, si sceglie fra pd e pdl, come dire scegli fra la linea rossa e la verde, tanto il capolinea è lo stesso: questo progresso, o sviluppo. sbandierato come fine ultimo e nobile di una carriera come yuppie o precario che tu sia, a volte mascherato come sfruttamento "sostenibile". raggiungerlo è un dovere, siamo bombardati da statistiche orwelliane che confermano quanto sia buono per il bene comune.