I wonder,desidero,ho tante illusioni.Sto male.Panico commisto a inerzia depressiva logorano la mia piccola mente.Acidità di stomaco.Sono pochi,non posso vederli...ma ci sono.Devo illudermi.Il tempo è breve,le parole scivolano via come le foglie imbrunite d'autunno.Sono più in là,puoi scorgermi,se solo tu volessi.Amor cortese?Non fa per me.Voglio dire,io sono distante,ma non so bene ove mi sia recato.Quegli occhi spenti mi arrecano dolore.
Chiuso nella gabbia della vostra esistenza non voglio sottostare al vostro volere non posso frenare i miei istinti, la mia mente non posso accettare senza tentar di cambiare Se solo potessi entrare nella vostra mente
Una paura terribile. Non riuscivo a pensare ad altro. Stavo disteso sul letto ma non potevo a dormire. Ero nel limbo dell' incertezza, nel mondo dello sconforto.
Al rompersi sordo seguì il sangue, e ammirai il fallimento delle mie norme sociali in quella singola scena dipinta, ferma nel tempo. Il cacciavite cadde sconfitto dalle mani, non più pregno di odio, ma solo di ex-linfa vitale. Quei pomeriggi pesanti e avidi di sudore persi masturbandosi su icone-carne in vendita come Simmental riposta in scaffali polverosi di botteghe periferiche, intere epifanie di liquidi madreperlacei che ettano innocui istinti da lungo tempo soggiogati e vincolati a poderose strutture culturali edificate arbitrariamente dal caso, sfregamenti di pelle su pelle appartenenti ad un singolo ego elevato a sé stesso in mancanza di corrispondenze esterne, eiaculazioni fredde pronte a sparare l'io in lacrime di vita potenziale, in moltitudini di copie potenziali.
Lavoravo in fabbrica,facevo i turni, tubi per l’edilizia. Per costruire nuove case mentre quelle vecchie marcivano,lasciate in rovina.Nuove case,nuovi mutui,altre persone condannate a vita. Quando finivo il turno del pomeriggio,alle 22, andavo al bocciodromo a bere con Aleks. Il bocciodromo altro non era,alla fine, che un bar di vecchi con prezzi più bassi rispetto ai bar normali.Perfetto quindi.
Finalmente siamo giunti all’ultimo appuntamento della giornata. Cazzo non ne avrei sopportato uno di più te lo giuro! Questo schifoso appartamento che nessuno osa giustamente comprare lo conosco come il mio pene ormai .
Senti come scorre l'abbandono insieme a questa goccia d'amaro alcol, con questa alba dal sole disprezzato, e il torpore del mio cranio semovibile, torturato dalla vista e dall'udito per via di cavi otturati, di tunnel scavati nel perchè,
è ormai notte fonda, ed io non riesco a chiudere occhio. le lancette dell'orologio a muro continuano il loro corso, ticchettando, mentre innesorabile passa il tempo. muoiono i secondi, i minuti, e le ore ed io sono sempre il solito cane distrutto. mi ero ripromesso che non ci avrei mai più pensato,d'altronde sono i pensieri ad ucciderti, ma sapevo che mentivo: non sono bravo a mantenere la prola data. Continuo a pensare a lei. a lei che in questo momento no è qui, a lei che amo, a lei che desidero, a lei che in questo momento sta concedendo il suo corpo al marito che avido no di amore ma di sesso la sta toccando.
Era un po' come al solito al bar. La solita gente, le solite faccie, niente di nuovo. appena entrai mi diressi subito al bancone a bermi un buona birra gelata. una birra gelata, proprio quello di cui avevo bisogno appena dopo il lavoro. Era un periodo un po' del cazzo per me, visto che lavoravo solo da un paio di mesi. Il punto era questo: mi servivano dei dannatissimi soldi per alcuni guai in cui mi ero cacciato, e visto che nella vita ognuno paga le sue colpe(anche se per me quello che avevo fatto non era una colpa) dovevo lavorare a tutti i costi.